TERREMOTO

Arriva spietatamente violento, prepotente e senza alcun preavviso. A volte di notte, quando si dorme ed si ha meno lucidità per reagire, meno strumenti per difendersi e nell'oscurità si individuano più difficilmente le vie di fuga.
Altro terremoto a cadenza periodica, il mostro sopito ha mollato la presa e ha scatenato le energie accumulate in anni. Ci sono crepe nei muri, alcune nuove, altre vecchie che si sono allargate. Le acque sono state scosse e strati di fango sedimentati sul fondo sono tornati a galla, le hanno rese torbide. Ci sono dispersi. Pezzi di me. Devo andare a cercarli, parlarci, rimetterli ognuno al loro posto. Ho la polvere negli occhi, un calcinaccio che mi schiaccia il petto, non vedo bene fuori e neanche dentro me stesso. C'è rumore, non capisco cosa sento. I miei pensieri sono uomini impauriti che corrono a destra e sinistra, urlando. 
Non mi serve una via di fuga, ho sempre fuggito. Non ho mai [ri]costruito nulla, ho sempre nascosto le macerie sotto un telo di plastica grigia. Mea maxima culpa

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